“Quanto accaduto pochi giorni fa, con l’inserimento di un emendamento per la città nel decreto ‘Milleproroghe’ dopo la mobilitazione dei dipendenti del Comune di Venezia, ha reso evidente la situazione paradossale in cui si trova l’Amministrazione, costretta dai vincoli di un patto di stabilità ormai anacronistico ad una rigidità insostenibile nella costruzione del proprio bilancio.

Già nel mese di dicembre prima di candidarmi alle primarie del centrosinistra per Sindaco di Venezia, avevo affermato che quella del patto di stabilità doveva essere la priorità non solo per i dipendenti dell’Amministrazione, bensì per tutta la nostra città, per l’insieme delle categorie e delle forze sociali ed economiche che la animano, perché in gioco oltre ai salari dei dipendenti comunali vi sono servizi essenziali ai cittadini. Per questo mi ero mosso di conseguenza: come segretario della Fondazione Gianni Pellicani sono stato il promotore di un’iniziativa che ha elaborato una serie di proposte concrete e contestualmente ha coagulato attorno ad esse il sostegno di tutte le categorie produttive e dei sindacati.

Personalmente ho sostenuto in queste ultime settimane che la prima cosa che dovrà fare il Sindaco sarà promuovere a Roma un ‘progetto Venezia’, in quanto la nostra città rappresenta un’opportunità di sviluppo per l’intero Paese. Non c’è una città da salvare, bensì da costruire un grande progetto per Venezia, sotto la regia del Sindaco e del Consiglio Comunale, nell’interesse dell’Italia. In questi anni la politica veneziana non è stata in grado di far valere a Roma le buone ragioni della città; anche chi si candida a Sindaco e ricopre una carica parlamentare, sembra essersi accorto solamente nelle ultime settimane della gravità della situazione, senza riuscire a produrre alcun effetto positivo. È evidente che io non ho alcuna responsabilità politica di quanto è accaduto, affacciandomi solo ora alla vita politica, anche se come detto ho dimostrato il mio impegno in veste di semplice cittadino.

E’ necessario e prioritario imporre un cambiamento strutturale delle regole con cui viene costruito il bilancio del Comune, per evitare di esporre la città a situazioni insostenibili, in particolare per quanto riguarda i livelli dei servizi resi alla cittadinanza e le possibilità di mettere in campo politiche di sviluppo economico e sociale. Quello che dovremo affrontare nei prossimi anni è uno sforzo straordinario per mettere in sintonia la ‘macchina’ comunale, l’insieme delle professionalità e delle competenze che in essa si trovano con tutta la nostra cittadinanza. Perché è proprio al cittadino che essa deve corrispondere, non al politico o al dirigente di turno.

Queste sono le priorità concrete e reali da cui partire, su cui dobbiamo fin da subito impegnarci, tutti insieme.”

Nicola Pellicani

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