14/09/2017 –

Il successo del Festival della Politica e i tanti complimenti che continuiamo a ricevere in questi giorni fanno molto piacere. Sono l’apprezzamento per la riuscita di un progetto culturale, focalizzato sui Grandi temi della Politica, che ha consentito di rianimare il centro di Mestre per alcuni giorni.
Ma qual è il dato politico su cui riflettere? Non è un caso se ciò che più colpisce i relatori che vengono da tutta Italia al Festival sia la grande partecipazione e la grande attenzione del pubblico durante gli incontri che si svolgono nelle piazze di Mestre. Me l’hanno fatto notare anche quest’anno in tantissimi, a partire da Ezio Mauro, Claudio Cerasa, Ilvo Diamanti, Umberto Galimberti, Francesco Merlo, solo per citarne alcuni. L’ha scritto lucidamente nella sua rubrica su Facebook, Emanuele Macaluso, che rappresenta un pezzo di storia della buona politica italiana. E un attento osservatore politico come Fabio Martini de La Stampa, sempre su Facebook, ha scritto che il Festival della Politica è “un’isola da coltivare”. Perché tanta sorpresa?
In una stagione di crisi del sistema politico, in cui sta crollando in modo preoccupante la partecipazione al voto, che sta a significare il successo del Festival? È la dimostrazione che la Politica, se affrontata in modo serio e approfondito, cattura l’attenzione dei cittadini. Se la discussione è ragionamento, non una massa di slogan, diventa interessante per le persone. Quando la Politica non è ridotta a trama fra correnti, ma dialoga con la cultura coinvolgendo accademici, giornalisti, filosofi, scrittori alla “mitica gente”, piace. Perché? Perché è sempre più diffusa l’esigenza di capire i problemi, di trovare strumenti utili per decifrare le grandi trasformazioni in atto che stanno cambiando il mondo. Da sempre Politica e Cultura sono un binomio inscindibile, quando si spezza, si rompe anche il rapporto della politica con i cittadini. Va da sé che poi ognuno deve continuare a svolgere il proprio ruolo nella società, ma se non c’è relazione, se manca lo scambio, tutto va a rotoli.
Le persone hanno ben capito, come dimostra il successo del Festival. E i partiti?

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