10/02/2018 – Mestre può e deve diventare una città a misura di turista. I tanti visitatori che alloggiano nelle strutture della terraferma, sempre più numerose, sono un’opportunità per il suo tessuto economico. Ma bisogna avere una strategia chiara, dobbiamo imparare dagli errori commessi nella città storica. Questo il cuore dell’intervento che ho tenuto ieri al convegno organizzato dall’ordine dagli architetti.

Il turismo deve essere una leva di rigenerazione urbana. Ai turisti, che frequentano Mestre soprattutto di sera, bisogna offrire momenti ricreativi e culturali, perché Mestre non può e non deve essere considerata un dormitorio!

Ecco perché ribadisco l’importanza di destinare la tassa di soggiorno che il Comune incasserà dai posti letto della terraferma per riqualificare la città.

Le priorità sono la sistemazione degli assi stradali che conducono a Marghera (nell’area di via Rizzardi, via Ulloa e piazzale Giovanardi) e a Mestre: via Piave, via Cappuccina e Corso del Popolo. Tutto questo per consentire un comodo e gradevole accesso al centro della città. E in questi assi bisogna programmare assieme alle categorie economiche e ai cittadini un’offerta commerciale coordinata e una serie di eventi ad hoc. L’apertura prevista tra pochi mesi di M9 deve essere l’occasione per fare sistema tra quanti producono e ospitano eventi culturali a Mestre, così da proporre un’offerta di qualità e migliorare l’immagine della nostra città: una città che sa trasformare il turismo in una leva di innovazione culturale e sociale.

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