27/06/2018 – Il naufragio dell’Assemblea Metropolitana del Pd e il conseguente commissariamento del partito è il risultato di una gestione autoreferenziale fondata su correnti. Non è possibile continuare a predicare l’unità e l’inclusione ma praticare la divisione e l’esclusione. Bisogna cambiare, e questo è un dovere che abbiamo nei confronti di chi ci ha votato e dell’intero Paese. Il Pd ha la responsabilità di avviare una fase nuova per il centrosinistra, promuovendo un’azione politica finalizzata a coinvolgere tutti i corpi sociali e le nuove domande di protagonismo e partecipazione che arrivano dalla società.
Da quando mi sono iscritto al Pd non ho mai smesso di sottolineare un punto fondamentale: il partito deve avere la forza di aprirsi alla società civile, deve trovare il coraggio di lasciare da parte le logiche correntizie e tornare a confrontarsi a tutto campo con i problemi concreti. Si riparte dai temi, dai cittadini, o non si riparte.

 

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