30/06/2018 – Il Forum della Nuova ha finalmente rivelato le vere intenzioni di Marchi che, dopo aver “regalato” il controllo della Save a un fondo internazionale, punta a realizzare una colata di cemento nel territorio di Tessera, compreso tra la Triestina e l’aerostazione: un progetto di due milioni di metri cubi che prevede la realizzazione di strutture ricettive, direzionali, commerciali, parco tematico, ecc. Vale a dire una vera e propria speculazione immobiliare, destinata a snaturare il territorio.
Un’operazione che nulla ha a che fare con lo sviluppo e il miglioramento della qualità dei servizi aeroportuali che stanno a cuore a tutti noi.
In buona sostanza Marchi vagheggia Marco Polo City dopo il fallimento di Veneto City nell’area centrale della Città Metropolitana. Mi auguro che contro questa ipotesi di sviluppo scriteriato della città si crei una mobilitazione generale.
Un conto è rispondere all’esigenza di servizi quali un hub nell’area dell’aeroterminal per la diversificazione dei flussi d’accesso a Venezia e la realizzazione del nuovo stadio che la città attende da decenni, altra cosa è stravolgere il territorio con ulteriori due milioni di metri cubi.
Solo ieri in Consiglio Comunale è stata approvata, con il voto determinante della maggioranza, una mia mozione dal titolo “Obiettivo consumo del suolo zero e costruire sul costruito”. Una linea condivisa da tutte le forze politiche, che punta a raggiungere il traguardo stabilito dall’Unione Europea di consumo del suolo zero entro il 2050. In una città come Mestre, con un patrimonio edilizio così vetusto, costruito per circa il 70% tra gli anni ’40 e ’70 del Novecento, significa anzitutto centellinare nuove costruzioni, incentivando al massimo un processo di rigenerazione urbana che preveda in primo luogo la riqualificazione degli edifici esistenti. Ovvero “costruire sul costruito”. Tutto il Consiglio Comunale è d’accordo su questa linea, non è pensabile perciò ipotizzare una colata di cemento di due milioni di metri cubi sulla testa della città.
Il progetto Marchi è ricompreso all’interno del Masterplan aeroportuale dove le competenze sono in capo all’Enac e al Ministero, ma la città deve far sentire la sua voce. Dobbiamo promuovere un’idea di città che preveda sviluppo, tutela ambientale e sociale in un’area fragile come quella veneziana.

 

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