25/10/2018 –

Legge sull’Autonomia del Veneto. È importante arrivare a una legge sull’Autonomia in Veneto seguendo il percorso già avviato dal precedente governo. Ma questo non può determinare la nascita di un centralismo regionale, a scapito del Comune di Venezia, della Città Metropolitana e dei Comuni di gronda, come invece appare dalla proposta elaborata dalla maggioranza gialloverde.
Mi riferisco anzitutto alle norme relative ai temi strategici della salvaguardia e della gestione della laguna di Venezia, che sembrano far nascere una vera a propria “dittatura” della Regione su Venezia. L’obiettivo è cancellare l’ex Magistrato alle Acque e mortificare il ruolo del Comune.
Non è pensabile accentrare tutte le competenze sulla Regione, svuotando il ruolo del Provveditorato alle Opere Pubbliche e estromettendo completamente la Città di Venezia da qualsiasi competenza in tema di salvaguardia e gestione della laguna.
Penso sia necessaria una revisione delle normative in vigore, partendo da una riforma della Legge Speciale per Venezia in senso più federalista, intendendo con questo di valorizzare maggiormente il ruolo del Comune e degli Enti Locali.
Non è accettabile l’idea di espropriare la Città di Venezia da qualsiasi funzione, anche dalla “sorveglianza sulla laguna” (come previsto dal punto F dell’articolo 31). Per eliminare l’attuale frammentazione di competenze, va rilanciata l’ipotesi di affidarle alla Città Metropolitana, come previsto dalla legge 114/2014, limitatamente alla disciplina della navigazione, della manutenzione delle briccole e alla gestione degli approdi.
Impensabile anche escludere il Comune dal processo di nomina del Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, affidando tale competenza esclusiva alla Regione.
Concordo da tempo con l’idea di costituire un’Authority per la gestione del Mose, un’opera sulla quale il governo è latitante e non ha ancora pronunciato una parola. Un’Authority però nella quale dovrà necessariamente avere un ruolo ed essere compreso il Comune di Venezia, oltre a Governo, Regione e Città Metropolitana.
L’Autonomia del Veneto non può significare il “commissariamento” della città di Venezia creando un nuovo centralismo regionale, affidando tutti i poteri in termini di salvaguardia a un ente che non ha nemmeno l’esperienza, le competenze, il personale e la struttura adeguata a svolgere un simile compito.
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