03/08/2019 –

Udite udite! Il Ministro Toninelli alla fine ha ceduto alle ripetute richieste del PD e mercoledì prossimo, 7 agosto, sarà in audizione in Commissione Trasporti alla Camera. Finalmente, se non scapperà all’ultimo momento, potremmo sentire dalla viva voce del Ministro cosa intende fare per allontanare le Grandi Navi dal Bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca.

Finora abbiamo sentito solo dichiarazioni roboanti, che annunciavano soluzioni immediate, entro termini che sono regolarmente scaduti senza che nulla sia accaduto. L’ultimo termine è scaduto lo scorso 30 giugno, ora c’è un’altra deadline il 30 agosto, ma è prevedibile che la stagione crocieristica si chiuderà con tutte le Grandi Navi che continueranno a transitare imperterrite davanti a San Marco. Anche l’incidente del 2 giugno e la tragedia sfiorata il 7 luglio non sono stati sufficienti per assumere una decisione.

L’audizione di ieri con il Sindaco è stata sostanzialmente inutile, anche perché Brugnaro non si è smentito, buttando la discussione in caciara e in polemica, senza far nulla di concreto per favorire la risoluzione dei problemi della città.

Il sindaco si è prodotto ancora una volta in uno dei suoi soliti show, ma non è stato come sempre in grado di difendere in modo adeguato i problemi di Venezia.

Sono molte le domande che speriamo di avere l’opportunità di porre a Toninelli.

– Perché signor Ministro non convoca più il Comitatone? È l’organismo interministeriale previsto dalla Legge Speciale, dove da quasi cinquant’anni vengono assunte tutte le decisioni più importanti per la città di Venezia e vengono ripartiti i fondi della Legge Speciale. È questa la sua idea di partecipazione? Pensa di poter governare Venezia per decreto, sulla testa dei veneziani?

– Gli esperti del Porto, la Capitaneria del Ministero sostengono che in brevissimo tempo sarebbe posssible allestire un Terminal provvisorio a Marghera, nella I Zona Industriale, riducendo subito del 30/40% il traffico delle Grandi Navi. Concretamente significherebbe che ogni weekend 2/3 navi potrebbero andare a Marghera, come già succede nel giorno del Redentore e in altre occasioni. Una soluzione valutata positivamente anche dall’Unesco, nel corso dell’ultima riunione a Baku di qualche settimana fa. Perché, Singor Ministro, non si può fare?

Ha trovato signor Ministro la documentazione presentata al Comitatone del 7 novembre 2017, che stabilì di approfondire il progetto di trasferire le Grandi Navi a Marghera, che ho potuto consegnare alla sua collega del M5S ieri in Commissione?

– Cosa intende Ministro quando propone una soluzione che prevede gli approdi diffusi? Pensa di seminare le Grandi Navi in tutta la laguna?

– Signor Ministro, sa che a Fusina la banchina è in grado di ospitare solo le Piccole Navi, fino a 220 metri di lunghezza, e che da qui a fine anno sarebbero solamente 3?

– Pensa davvero possa essere realizzato un Terminal crocieristico a Chioggia? Bisognerebbe scavare 5/6 milioni di metri cubi di fanghi, costruire una nuova banchina e intasare la statale Romea, una delle strade più trafficate e pericolose d’Italia, per trasportare migliaia di turisti a Venezia. Il suo collega di partito, il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro, ieri in commissione ha detto che i turisti potrebbero anche scoprire le bellezze lungo la Romea e il Piovese. Con tutto il rispetto per il Piovese, crede davvero che i crocieristi da tutto il mondo vengano in crociera per visitare quelle zone?

– È consapevole signor Ministro dell’esigenza di approvare subito un nuovo protocollo fanghi e il Piano Morfologico della Laguna, poiché tutti gli escavi dei canali portuali sono bloccati? E che il governo una decina di giorni fa a una mia interrogazione sul tema in Commissione Ambiente, ha risposto con un nuovo rinvio, annunciando entro luglio i risultati di nuovi sondaggi aggiuntivi richiesti dall’ISPRA? Ci sono questi risultati? Quando finirà il rimpallo di responsabilità tra il Ministero dell’Ambiente e il MIT?

Caro Ministro, se mercoledì sarà in Commissione, potremmo sentire dalla sua voce qualche risposta in una sede istituzionale, anziché sui social, come siamo ormai abituati.

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