07/08/2019 –

Grandi Navi: l’audizione di oggi ha confermato che regna una gran confusione nella testa di Toninelli. In Commissione Trasporti si è presentato un Ministro alle Infrastrutture “dimezzato” e indebolito dal voto di stamattina in Senato sulla TAV.

Quale credibilità può avere un Ministro smentito dalla sua stessa maggioranza di governo su un tema strategico come quello della TAV? Ha la credibilità per risolvere un problema complesso come quello delle Grandi Navi a Venezia? Certamente no.

In Commissione il Ministro ha letto una relazione approssimativa e generica, dove non c’è nulla di concreto: né per le soluzioni transitorie, cosiddette diffuse, tanto meno per le soluzioni definitive. C’è solo una generica promessa, impossibile da mantenere, ovvero che da settembre alcune navi saranno dirottate sulle banchine Lombardia e Piemonte e su Fusina. Ma si tratta solo di un’idea, non c’è nulla di concreto, come del resto era già emerso dalla riunione tecnica di ieri. Il Ministro pensa di poter spostare carghi e navi da crociera di migliaia di tonnellate da una parte all’altra della laguna, come fossero macchinine.

A 14 mesi dalla sua nomina il Ministro Toninelli è venuto in Commissione a parlare di Grandi Navi, presentandosi senza niente in mano. Dando risposte generiche e approssimative.

Non solo. Ha anche detto chiaramente che non convocherà il Comitatone, il luogo dove da decenni vengono assunte tutte le decisioni importanti per Venezia. Il Ministro “dimezzato” pensa di poter governare Venezia per decreto. È questa la sua idea di partecipazione?

Annuncia di voler utilizzare lo strumento del dibattito pubblico per decidere con la città il nuovo terminal per le Grandi Navi. Ma quale progetto, Signor Ministro, se non ha nulla in mano? E il Codice degli Appalti, da lei citato, prevede che una volta scelto il progetto, e giunti alla fase esecutiva, attraverso l’audizione di alcuni stakeholder, il progetto possa essere migliorato.

Nel frattempo pensa di poter assumere decisioni sulla testa dei veneziani? La città non può rassegnarsi a un governo di incompetenti che abbandona Venezia a sé stessa.

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