10/11/2019 –

Lo scandalo che coinvolge Fincantieri, la più grande industria di Porto Marghera, è davvero inquietante. L’inchiesta mette in luce un sistema di corruzione consolidato e di sfruttamento dei lavoratori che non è possibile consentire tanto più all’interno di un’industria pubblica. Per questo ho presentato un’interrogazione – QUI al Ministro dell’Interno e delle Infrastrutture per chiedere che facciano piena luce sulla vicenda.

Secondo quanto emerge dall’inchiesta della Magistratura i lavoratori delle ditte d’appalto erano sottoposti a vere e proprie pratiche di caporalato. Un fenomeno del resto più volte denunciato. In primo luogo dal sindacato, soprattutto dalla FIOM-CGIL, ma è emerso anche da inchieste giornalistiche oltre che da esposti presentati alla Procura. L’inchiesta evidenzia un sistema di sfruttamento sistematico ai danni dei lavoratori, usato da Fincantieri per abbassare il costo del lavoro.

Fincantieri è un’azienda italiana, controllata al 70% dallo Stato, e deve lavorare nel segno della trasparenza e della legalità. Per tale motivo va avviato subito un confronto tra Governo, azienda, sindacati e tutti i soggetti interessati, per ripristinare al più presto procedure e pratiche nel rispetto delle leggi e della Costituzione.

Le indagini, che hanno portato a iscrivere nel registro degli indagati, oltre ai titolari di molte società subappaltatrici, anche 12 dirigenti di Fincantieri, compreso il direttore dello stabilimento di Marghera, hanno dimostrato come le aziende appaltatrici coinvolte avrebbero pagato diverse tangenti, sia con somme di denaro, spesso con “paghe” mensili, sia con regali come computer e orologi, ai dirigenti Fincantieri per aumentare le commesse oppure il numero di ore (e conseguentemente anche il guadagno) rispetto a quelle pattuite per terminare un lavoro.

Inoltre è emerso come i lavoratori venissero retribuiti con pochi euro l’ora, senza ferie, permessi per malattia, utilizzando il metodo della cosiddetta “paga globale”, ovvero certificando in busta paga il compenso previsto dal Contratto Nazionale, ma corrispondendo al lavoratore un importo inferiore, aggiungendo alla busta paga voci fittizie. In alcuni casi le aziende si facevano addirittura restituire i soldi in contanti dai lavoratori. I quali, per la maggior parte stranieri, erano costretti ad accettare queste condizioni per preservare il posto di lavoro per il permesso di soggiorno. Il sindacato da tempo è impegnato ad introdurre norme utili all’emancipazione dei diritti dei lavoratori quali la clausola sociale, il controllo degli orari lavorativi, il diritto all’assemblea e il godimento dei servizi comuni, visto che gli operai delle ditte d’appalto a Marghera sono costretti a cambiarsi e a mangiare all’esterno della fabbrica, in mezzo ai binari.

Bisogna fare chiarezza sulla posizione di Fincantieri e sui suoi dirigenti ed è necessario tutelare i lavoratori delle imprese coinvolte, poiché i reati emersi, tra cui sfruttamento della manodopera, corruzione tra privati, dichiarazioni fraudolente e emissione di fatture false, sono molto gravi.

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