29/01/2020 –

La regolamentazione degli affitti brevi non è più rinviabile. È un tema che rientra più in generale nel Dossier Venezia e nella gestione dei flussi turistici. Un tassello di un puzzle che dobbiamo comporre attraverso scelte concrete.

Per questo ho presentato l’emendamento n. 7.30 al Decreto Milleproroghe (QUI), che mira a dare la possibilità ai Comuni italiani, in particolare alle città d’arte come Venezia e Firenze, di intervenire proprio come avviene in gran parte del mondo, da Parigi a Londra, da Amsterdam a Tokyo.

È chiaro che pensare di risolvere un problema così complesso con un semplice emendamento era una forzatura, ma l’obiettivo era gettare il sasso nello stagno. Mettere di fronte Parlamento e Governo a un problema che, in una città come Venezia, è esplosivo.
Un primo traguardo è stato raggiunto, per questo ho accolto l’invito del governo al ritiro,
in quanto lo stesso governo si è impegnato, e lo ribadirà anche in aula al momento della
discussione del Milleproroghe, a riprendere i contenuti dell’emendamento all’interno del Collegato alla Legge di Bilancio sul turismo – una proposta di legge che i vari Ministri hanno facoltà di presentare dopo l’approvazione del Bilancio entro il 31 gennaio 2020 -. Per cui il testo arriverà in Parlamento a giorni e sarà discusso a strettissimo giro. Il Collegato ricomprenderà, tra le varie cose, la distinzione tra attività imprenditoriale e non, e introdurrà il tetto massimo di locazioni ad uso turistico. Credo che questo sia un ottimo risultato.

L’emendamento riprende le proposte contenute nella PDL in materia che ho già depositato alla Camera (QUI).

Ma cosa propongo in dettaglio?

1. La distinzione tra attività imprenditoriale e non, attraverso un Regolamento che stabilisce il limite di tre camere, anche in immobili diversi, per definire se l’attività sia imprenditoriale, e debba dotarsi di partita IVA.

2. La possibilità per i Comuni – perciò non l’obbligo – di consentire l’attività di locazione di breve periodo di alloggi per uso turistico subordinatamente al rilascio di una licenza, stabilendo annualmente il numero di licenze a disposizione e i criteri per la relativa assegnazione.

3. Sempre con lo stesso obiettivo, ai Comuni è data facoltà di determinare la durata annuale della locazione, differenziandola anche all’interno dello stesso territorio comunale, con specifico riferimento ai centri storici e le aree di interesse culturale e artistico.

Sono tre proposte. Ce ne sono di migliori? Benissimo. Siamo qui e discutiamone, ma decidiamo. Italia Viva, all’interno della maggioranza, si distingue sempre più per essere un partito di brontoloni. È d’accordo a regolamentare il settore, ma non così. Bene. Come?

In Parlamento e a Palazzo Chigi si consumano fiumi di parole e di annunci, per quanto mi riguarda sono convinto che i parlamentari devono cercare di risolvere i problemi dei cittadini con proposte concrete.

Per questo, tra le altre cose, mi sono battuto per incardinare l’aggiornamento della Legge Speciale per Venezia, che ha iniziato il suo iter alla Camera; e sono riuscito a convincere il Governo dell’utilità di istituire e finanziare a Venezia il Centro Internazionale di Studi sui Cambiamenti Climatici.

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