19/05/2020 –

Un bruttissimo colpo per Venezia il rinvio della Biennale Architettura e lo slittamento al 2022 delle Arti Visive.
La Biennale da sempre fa da apripista alle rassegne di tutte le grandi istituzioni culturali cittadine, innestando un processo virtuoso. Ripartire nel segno della cultura è il modo giusto per iniziare a guardare al futuro, cercando di non ripetere i tanti errori commessi prima del lockdown.
Sono evidenti le difficoltà di organizzare un evento internazionale con artisti provenienti da cinque continenti in un momento come questo. Piovono le disdette a catena. Comprensibile, ma in un momento eccezionale, forse è necessario fare uno, cento sforzi in più. È il momento per innovare e anche rischiare: Venezia ha dato tanto alla Biennale e viceversa, bisogna impegnarsi per mantenere questo binomio anche durante un’emergenza come quella che stiamo attraversando. In attesa di poter vedere tutti i padiglioni funzionanti, sarebbe un errore restare fermi.
La Biennale, Arti Visive in primis, significa Cultura di respiro mondiale ma è anche la dimostrazione concreta che con la cultura si mangia. Lavorano gli artisti, ma lavorano artigiani, trasportatori, stagionali, professionisti, alberghi, ristoranti, negozi. Centinaia di persone.
Venezia, probabilmente non è ancora ben chiaro a tutti, sta pagando un prezzo elevatissimo a questa crisi, superiore a qualsiasi altra città. In poche settimane siamo passati da un estremo all’altro: dall’overtourism, al deserto. E la Biennale ha dimostrato di saper fare Cultura attirando un turismo di qualità, quello che serve a Venezia.
È stata confermata la Mostra del Cinema, sebbene non sia ancora chiaro con quali modalità. E ci saranno Biennale Danza e Musica, segnali positivi, anche se l’impatto è molto diverso rispetto ad Architettura e soprattuto Arti Visive, che slitta al 2022.
Venezia è speciale, ma spesso questo risuona come vuota retorica. E questo dev’essere un monito per tutta la classe dirigente veneziana, a cominciare dalla politica, ma non solo per essa.
Succede per le Salvaguardia, per la crisi del turismo, per il rischio chimico di Porto Marghera. E ora anche per la cultura.
Venezia non può rinunciare alla Biennale!

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