02/11/2020 –

Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Daphne Caruana Galizia, Italo Toni, Graziella De Palo, Mauro De Mauro, Anna Politkovskaja.

Sono solo alcuni, signor Presidente, dei nomi di giornalisti uccisi, colpevoli solamente di aver svolto con coraggio e grande professionalità il loro lavoro.

La lista è lunghissima, comprende centinaia di nomi di giornalisti caduti sul fronte dell’informazione.

Oggi ricorre la Giornata mondiale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti.

Secondo i dati riportati dalla Federazione internazionale dei giornalisti, negli ultimi 10 anni sono 998 i giornalisti uccisi nel mondo, 30 finora nel 2020, la maggior parte dei quali giornalisti locali.

Tra le iniziative più rilevanti di oggi voglio evidenziare quella della Rai, sulla facciata della sede in viale Mazzini a Roma, scorrono 80 nomi di giornalisti uccisi, per i quali attendiamo ancora giustizia.

Anche il Comitato della commissione Antimafia che si occupa della tutela dei giornalisti minacciati ha aderito alle iniziative di oggi, nell’ambito del ciclo di audizioni a giornalisti minacciati dove sono stati sentiti anche i cronisti radiotelevisivi aggrediti nel corso delle manifestazioni che si sono svolte, in diverse città italiane nei giorni scorsi. Cronisti colpevoli di aver documentato anche la presenza e le infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno dei cortei.

Intimidazioni, minacce, aggressioni nei confronti dei giornalisti ormai non si contano più, Signor Presidente.

Per questo è necessario tenere alta l’attenzione su questi fenomeni, e far sentire la presenza delle istituzioni per ribadire la difesa della libertà di stampa e del lavoro dei giornalisti in prima linea.

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