La regolamentazione degli affitti brevi torna ad essere un tema molto sensibile in città non è più rinviabile. È un tema che rientra più in generale nel Dossier Venezia e comporta un progetto forte sulla residenza e nella gestione dei flussi turistici. Un tassello di un puzzle che dobbiamo comporre attraverso scelte concrete.

Per questo nel gennaio 2020 avevo presentato l’emendamento n. 7.30 al Decreto Milleproroghe, sottoscritto anche dalla collega Rosa Maria Di Giorgi di Firenze, che mira a dare la possibilità ai Comuni italiani, in particolare alle città d’arte come Venezia e Firenze, di intervenire proprio come avviene in gran parte del mondo, da Parigi a Londra, da Amsterdam a Tokyo.

È chiaro che pensare di risolvere un problema così complesso con un semplice emendamento sarebbe stata una forzatura, ma l’obiettivo era gettare il sasso nello stagno. Mettere di fronte Parlamento e Governo a un problema che, in una città come Venezia non può essere eluso.
Pochi mesi dopo è esplosa la pandemia con tutto ciò che ha comportato. Mettendo in ginocchio il turismo.

Ora sebbene tra mille difficoltà, finalmente si inizia a ripartire. Ma per ripartire meglio di come eravamo prima dell’emergenza Covid 19, sono necessarie proposte concrete.

L’emendamento presentato allora riprendeva le proposte contenute nella PDL in materia di affitti brevi che ho depositato alla Camera ancora il 20 agosto 2019, che torna di estrema attualità anche alla luce della bella iniziativa promossa da Andrea Segre domenica prossima al Toniolo a Mestre.

Ma cosa propongo in dettaglio?

1- La distinzione tra attività imprenditoriale e non, attraverso un Regolamento che stabilisce il limite di tre camere, anche in immobili diversi, per definire se l’attività sia imprenditoriale, e debba dotarsi di partita IVA.

2- La possibilità per i Comuni – perciò non l’obbligo – di consentire l’attività di locazione di breve periodo di alloggi per uso turistico subordinatamente al rilascio di una licenza, stabilendo annualmente il numero di licenze a disposizione e i criteri per la relativa assegnazione.

3- Sempre con lo stesso obiettivo, ai Comuni è data facoltà di determinare la durata annuale della locazione, differenziandola anche all’interno dello stesso territorio comunale, con specifico riferimento ai centri storici e le aree di interesse culturale e artistico.

Ovviamente sono disponibile al confronto per migliorare la proposta di legge, magari si iniziasse davvero a discutere nel merito i problemi di Venezia, una città, come sostengo da tempo, di fatto commissariata, dove il confronto democratico è reso sempre più difficile.

Resto convinto che i parlamentari devono cercare di risolvere i problemi dei cittadini con proposte concrete.
Per questo, tra le altre cose, mi sono battuto per incardinare l’aggiornamento della Legge Speciale per Venezia: è la promozione di un’indagine speciale sulla città che finalmente è stata autorizzata e partirà entro il mese.

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