14/08/15 –

È vero che la nascita delle Città Metropolitane dovrebbe portare con sé un ridisegno istituzionale: abolire la Regione non la Città Metropolitana.
In tutto il mondo le sfide, le competizioni economiche sono tra città/territorio. Nel mondo le prime 25 città/territorio producono più della metà della ricchezza del Pianeta. Non a caso il programma di investimenti UE 2014/2020 è tutto focalizzato sulle Città Metropolitane.
Città Metropolitana di Venezia esiste già nei fatti ed è determinata dalle relazioni tra le persone e delle imprese, dai movimenti dei flussi. Semmai, per rispondere a quest’esigenza i confini dovrebbero essere più larghi, comprendendo quantomeno anche le Province di Padova e Treviso, come del resto già certificato dall’OCSE nel 2010. Ma l’attuale soluzione rappresenta comunque un buon punto di partenza, in quanto costituisce una risposta istituzionale, seppur tardiva per rispondere ai problemi di un’area urbana già fortemente integrata nei fatti.
In questo contesto è la Regione che risulta del tutto inadeguata a rispondere alle esigenze dei cittadini. In questi anni le Regioni si sono distinte soprattutto per inefficienze, sprechi e scandali.
Caro Forcolin, aveva ragione il professor Gianfranco Miglio, compianto ideologo della Lega Federalista che pensava, già alcuni decenni fa all’abolizione delle Regioni, proponendo un ridisegno istituzionale del Paese in chiave federalista, lanciando l’idea delle Macro Regioni. Ben venga un referendum, quindi, ma per abolire la Regione, un vecchio arnese del passato, non certo la Città Metropolitana che rappresenta il futuro. Forcolin che fine ha fatto la Lega Federalista?

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