24/08/2015 –

Il Sindaco intervenga per introdurre subito il divieto di caccia nel Bosco di Mestre. È davvero paradossale che in oltre cento, dei circa 230 ettari in cui si estende il Bosco di Mestre, sia consentita la caccia, che produce come prima conseguenza la chiusura al pubblico di una porzione di bosco, aperta solo pochi mesi fa (23/04/2015). Non c’è tempo da perdere visto che la stagione venatoria inizia il primo settembre.
Il Bosco è stato realizzato dall’Istituzione Bosco e Grandi Parchi tra il 2006 e il 2007, sviluppando le più moderne tecniche selvicolturali che in nove anni hanno consentito agli alberi il raggiungimento di un sufficiente livello di crescita per aprire l’area alla cittadinanza. Stiamo parlando di un’area boschiva che rappresenta uno dei più grandi boschi urbani di nuova piantumazione.
Il Bosco di Mestre ora si trova nella assurda condizione per cui alcune aree sono interdette alla caccia su cui vige il divieto dal 2007. Anche Bosco di Campalto è interdetto alla caccia con Ordinanza firmata dal Commissario Zappalorto.
Le nuove aree sono invece “cacciabili”. Si può immaginare la confusione e i possibili pericoli, essendo le aree contigue. Perché questo cambio di rotta?
Non si capisce perché il Sindaco non sia intervenuto tempestivamente per estendere il divieto di caccia in tutto il Bosco di Mestre. Brugnaro intervenga al più presto con la Regione per modificare il Piano Faunistico per dichiarare tutto il Bosco di Mestre oasi faunistica. Già nel 2013 l’Istituzione Bosco e Grandi Parchi aveva presentato delle osservazioni alla Provincia in questo senso, che vennero respinte dalla Giunta Zaccariotto e di conseguenza anche dalla Regione.

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