28/10/2015 –

È davvero sconvolgente il modulo che il sindaco Brugnaro attraverso l’assessorato alle Risorse Umane ha indirizzato agli 82 precari con contratto a tempo determinato, in scadenza il 18 dicembre prossimo. Si tratta di un vero e proprio interrogatorio, che in gran parte non ha nulla a che vedere con le funzioni e i compiti contrattuali. Un conto è informarsi sulle competenze esistenti in Comune, altra cosa è chiedere informazioni sugli interessi personali, sull’uso del proprio tempo libero e addirittura gli indirizzi delle scuole dei figli. Per non parlare della richiesta di foto in primo piano e a mezzobusto.
Insomma, si tratta di una raccolta di informazioni non funzionale a conoscere le attitudini professionali dei dipendenti, bensì una vera e propria schedatura. Si tratta di una prassi inaccettabile in un’amministrazione comunale e comunque in un luogo di lavoro.
Ancora una volta il sindaco ha scambiato il Comune di Venezia per la sua azienda. Non sono certo questi gli strumenti idonei a valutare il valore dei dipendenti. Va ricordato che si tratta di lavoratori precari, alcuni dei quali assunti con diverse forme contrattuali (dal CO.CO.CO. ai contratti a tempo determinato) da quasi un decennio e perciò non possono essere considerati precari ma hanno acquisito i diritti ad essere assunti. Sono in gioco i destini di 82 famiglie. Il questionario così formulato è inaccettabile e Brugnaro non creda di considerarlo solo una prova generale per estenderlo a tutti i tremila dipendenti del Comune.

 

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