Da quando sono stato nominato componente della Commissione Bicamerale Antimafia, mi sono impegnato per portare l’attenzione sul Veneto, in particolare dopo le inchieste che all’inizio del 2019 hanno in poco tempo portato a oltre 100 arresti tra il veneziano, con una cinquantina solo ad Eraclea, il veronese e il padovano.

Ho sollecitato per molto tempo una missione della Commissione in Veneto, per approfondire quanto accaduto, poiché le inchieste hanno dimostrato la pervasività della criminalità organizzata nel tessuto sociale, economico e politico della Regione, un fenomeno preoccupante che non deve essere trascurato.

La mafia in Veneto rappresenta un fenomeno soprattutto economico, spesso invisibile, che infetta in particolare il mondo delle imprese. Spesso l’anello di congiunzione tra criminalità organizzata e attività economiche è costituito da quell’area grigia di cui fanno parte in particolare il mondo dei professionisti e dei consulenti, che agiscono in modo illecito ma con grande abilità nelle attività di riciclaggio, frode fiscale, false fatturazioni.
In questo contesto le mafie si presentano come veri e propri fornitori di servizi illeciti,
che offrono le loro prestazioni, mimetizzandosi ed entrando nel tessuto economico e sociale senza destare preoccupazioni, in quanto non vengono ritenuti criminali quali sono.

Inoltre per la prima volta è emerso in Veneto il legame molto stretto tra mafia, affari e politica, in particolare con l’accusa all’ex Sindaco di Eraclea di voto di scambio, e la concreta ipotesi dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, che sarà decisa nelle prossime settimane dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Su mia sollecitazione nel luglio scorso la Commissione Antimafia ha organizzato una missione in Veneto, in particolare a Verona e Venezia.
La missione ha assunto un significato molto particolare, perché ha potuto certificare non solo la presenza delle mafie, bensì un radicamento della criminalità organizzata in varie parti della Regione. Grazie alle puntuali audizioni svolte con Prefetto, massimi rappresentanti delle Forze dell’ordine, Procura e rappresentanti della società civile, la Commissione ha potuto acquisire testimonianze e documentazioni preziosissime, che disegnano un quadro molto preoccupante. Del resto da mesi lavoravo a questo appuntamento, nella convinzione che in Veneto, come in Emilia Romagna, in Piemonte, in Lombardia, le mafie sono ormai di casa, e rappresentano un fenomeno con il quale dobbiamo fare i conti.

L’inchiesta “At Last” di Eraclea, che ha portato alla scoperta di un complesso sistema di illeciti tra politica, economia, società e il clan dei casalesi capitanato da Luciano Donadio, ramificato su tutto il litorale veneziano; le inchieste “Terry” del veronese e “Camaleonte” nel padovano, che hanno accertato la presenza della ‘ndrangheta sul territorio, rivelano un quadro in cui le mafie hanno radici profonde in Veneto.

In questi mesi, per approfondire questi temi, ho avuto modo di incontrare associazioni, sindacati e cittadini, come quando ho organizzato una visita dei parlamentari PD della Commissione Antimafia a Venezia ed Eraclea, con l’obiettivo di scattare una fotografia aggiornata della presenza della criminalità organizzata, ma anche di promuovere la cultura della legalità, combattendo anzitutto il negazionismo e l’omertà, atteggiamenti purtroppo ancora diffusi, che devono essere contrastati.

 

RASSEGNE STAMPA:

Rassegna stampa 19/12/19

Rassegna stampa 20/07/19

Rassegna stampa 17-18/07/19

Rassegna stampa 27/06/19

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