23/07/2018 – Siamo finalmente arrivati all’adozione del Piano Strategico Metropolitano, il documento cardine della Città Metropolitana. Quindi un momento importante per cercare di dare finalmente una scossa ad una istituzione che ritengo fondamentale per il governo del territorio che viviamo quotidianamente. Oggi in tutta Europa la sfida, la competizione, è tra città-territorio, siamo ancora lontani da quella Città Metropolitana tanto evocata e studiata nella nostra città ma quello che c’è è comunque un punto di partenza.

Rispetto al piano adottato oggi, molte delle cose contenute nel Piano sono condivisibili, a partire dai tre assi strategici individuati: identità, sviluppo, resilienza. Ma ci sono tante criticità e ampi margini per migliorare. Siamo di fronte a un documento di indirizzo piuttosto che a un Piano Strategico vero e proprio. Il Piano va inteso però come uno strumento di governo soggetto a frequenti aggiornamenti, come prevede la legge, e una prima occasione saranno le osservazioni che potranno essere presentate entro fine settembre.
Ciò che manca davvero è una gerarchia delle priorità, una precisa strategia operativa e il rischio è che si produca una sostanziale paralisi della Città Metropolitana. Si parla giustamente di riqualificare le strutture edilizie esistenti piuttosto che continuare a consumare il territorio (si potrebbe dire di “costruire sul costruito”), di messa in sicurezza della Romea. Ma su tanti temi è necessario più coraggio nell’immaginare politiche concrete, per esempio sul fronte della diffusione di piste ciclabili e di altre forme di mobilità sostenibile. La lista sarebbe lunga, ma appunto voglio intendere il Piano come un work in progress.

Ciò che invece mi lascia perplesso, come ho già più volte evidenziato, è la modalità con cui finora è stato costruito il Piano, i cui contenuti sarebbero dovuti emergere come risultato di una vasta campagna di ascolto presso cittadini, portatori di interesse, associazioni. Qui serve una forte accelerazione verso un percorso di confronto reale, con gli enti più rappresentativi della Città Metropolitana, penso al Porto, all’Aeroporto, alle Università ma anche con tutti quei soggetti che costituiscono la nostra comunità. Anche per rispondere ad una reale voglia di partecipazione che i cittadini dimostrano. Basta pensare al progetto “Pensare Venezia” (www.veneziacittametropolitana.eu), una piattaforma creata dalla Fondazione Pellicani per raccogliere e supportare proposte e analisi da parte dei cittadini che in circa quattro mesi ha raccolto decine di schede progettuali scritte da singoli o da gruppi di cittadini.

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