31/07/2020 –

Bretella ferroviaria Aeroporto Marco Polo di Venezia. Si faccia chiarezza sul progetto.

Ho presentato un’interrogazione ai Ministri delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Ambiente (QUI INTERROGAZIONE) sul progetto della bretella aeroportuale. L’interrogazione segue la lettera che ho inviato a inizio giugno ai presidenti delle Commissioni Ambiente/Lavori Pubblici e Trasporti per la convocazione di una commissione urgente sul tema. (QUI la lettera)

Il collegamento è un’opera attesa da tempo che va realizzata. Non serve però un progetto faraonico, molto invasivo, costosissimo e poco rispettoso del fragile equilibrio ambientale.

I nodi da sciogliere sono molti, in particolare la previsione della stazione passante sotterranea a cappio che, se realizzata, provocherà un altissimo impatto ambientale, farà lievitare i costi, senza che ve ne sia una comprovata esigenza. Il progetto originario, molto meno invasivo, costava un quarto di quello attuale.

Inoltre, pur venendo presentato come un progetto “passante”, si configura come un collegamento solamente con la stazione di Mestre, come rilevato sulla stampa dall’urbanista Maria Rosa Vittadini, ovvero i treni non potranno né arrivare e né proseguire per Trieste, con la conseguenza di una rilevante perdita di tempo per i convogli che si fermeranno all’aeroporto.

Il progetto presentato da RFI-Italferr in accordo con Save ed ENAC, è calato dall’alto, non ha minimamente coinvolto i cittadini e le istituzioni territoriali, ma è fatto su misura per gli interessi di Save, una sorta di “abito sartoriale” per la società presieduta da Marchi.

L’illustrazione avvenuta in Consiglio Comunale il mese scorso non è stata sufficiente per chiarire le varie criticità del progetto.

I punti critici, emersi anche nel corso del dibattito che si sta sviluppando in città, sono anche altri, soprattutto in relazione alle ricadute che avrà l’opera sull’ambiente, sugli insediamenti residenziali, produttivi, determinate dalle soluzioni progettuali, che prevedono la demolizione di molte case, nonché la realizzazione di un viadotto molto invasivo. Inoltre, secondo gli uffici regionali, sono emerse ulteriori criticità relative alla presenza di una falda acquifera nel tratto previsto sottoterra, che potrebbe portare problemi non solo per le eventuali acque alte, ma farebbe salire ulteriormente i costi per la realizzazione e la manutenzione.

Va risolto in modo molto trasparente anche il tema degli espropri, nonché dei costi derivanti dalla cantierizzazione e più in generale dell’occupazione delle aree destinate al cantiere e alle opere complementari. Vanno evitati sprechi e speculazioni e chiarita la posizione e il contributo di Save. Anche perché, nonostante la monumentale documentazione di circa 800 pagine allegata al progetto, non c’è alcuna traccia delle intese intercorse, ovvero il protocollo sottoscritto nel 2017 da RFI, ENAC e Save.

Considerata l’importanza ambientale, paesaggistica e di nodo trasportistico strategico dei territorio coinvolti, è fondamentale che i Ministeri preposti verifichino e valutino l’efficacia dell’opera, tenendo conto degli impatti sull’ambiente e sull’ecosistema lagunare e valutando inoltre ipotesi alternative per il collegamento tra l’aeroporto Marco Polo e la linea ferroviaria Venezia/Trieste.

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