14/07/2018 – È giusto che la città sia informata sullo stato di salute del Porto, come chiede il Sindaco. E aggiungo: bisogna fare in modo che i veneziani si identifichino con il proprio Porto, come accade in tutte le grandi città portuali.

Ben vengano quindi gli incontri in Commissione annunciati da Brugnaro, ma questo non può trasformarsi in un “processo pubblico” alle gestioni vecchie e nuove dell’Autorità Portuale. Il Porto mi pare sia stato ben governato in questi anni, ha i conti in ordine ed è in crescita. Anche sul fronte delle Grandi Navi dopo aver fortunatamente archiviato il progetto Contorta, risulta che l’Autorità Portuale, come stabilito dal Comitatone del 7 novembre scorso, stia eseguendo la caratterizzazione dei fanghi del Vittorio Emanuele. E più in generale stia mettendo a punto un piano di escavi di canali portuali per favorire la navigabilità. Il tema è semmai che mancano gli spazi dove conferire i fanghi. A questo proposito che fine ha fatto il progetto del Vallone Moranzani? Che opportunamente rivisto potrebbe rispondere a questa esigenza.

Ora tocca al Governo parlare sulle Grandi Navi, come su altre questioni che riguardano la città. A partire dai lavori del Mose, per cui ho già presentato un’interpellanza al Ministro alle Infrastrutture. Credo inoltre che i cittadni debbano essere informati su questioni anche molto meno chiare, come il progetto di Save di realizzare una vera e propria città nell’area compresa tra l’aeroporto di Tessera e Quarto D’Altino, sulla testa dei cittadini.

Mi piacerebbe che il sindaco chiedesse informazioni anche su questi progetti, di cui siamo completamente all’oscuro. E stiamo parlando, dalle notizie apparse finora solo sulla stampa, di una colata di cemento di due milioni di metri cubi. Credo che i cittadini debbano sapere cosa intende fare Save nella nostra città.

Del Porto sappiamo quasi tutto, di cosa vuol fare Save quasi nulla.

Come sempre il Sindaco, pur dichiarandosi disponibile formalmente al dialogo, anche ieri si è limitato a  fare una comunicazione. È sempre la solita storia: per dialogare bisognerebbe essere almeno in due, ma a quanto pare il Sindaco dialoga solo con se stesso.

 

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