Approvati nella notte due importanti emendamenti al decreto Milleproroghe per iniziativa del Partito Democratico, condivisi da tutti i gruppi.

PORTUALI. Il Governo ha finalmente riconosciuto il lavoro usurante dei portuali di Venezia, “obbligando” l’Autorità del Porto a destinare l’uno per cento delle entrate proprie derivante dalle tasse di imbarco e sbarco delle merci, per finanziare misure di incentivazione al prepensionamento anticipato per i lavoratori.

Inoltre è prorogato al 30 giugno 2022, con un fondo di 2 milioni, il termine per le Compagnie portuali per ristorarle dei mancati ricavi dovuti ai cali dei traffici per l’emergenza Covid. Una boccata d’ossigeno per il porto di Venezia e gli altri scali italiani.

Si tratta di una norma che il Pd inseguiva da mesi, da ultimo in occasione della Legge di Bilancio, finalmente accolta dal Governo, che risponde alle esigenze di tanti lavoratori del porto di Venezia e del resto d’Italia. I lavoratori portuali non possono continuare a svolgere attività usuranti e pericolose a tutte le età. Non possono continuare a lavorare nelle stive delle navi a sessant’anni. 

MOSE. Approvato un emendamento per tutelare i lavoratori e le imprese del Mose, nell’interesse di Venezia. Il provvedimento approvato stanotte punta a chiarire la procedura per chiusura dell’accordo di transazione tra CVN e imprese volta a consentire la conclusione degli interventi alle bocche di porto.

Fermo restando che l’accordo transattivo al quale stanno lavorando da tempo i commissari e le aziende, dovrà essere sottoposto al vaglio della Corte dei Conti, diventerà immediatamente efficace dalla data della sottoscrizione. Ergo il parere dell’ente contabile, potrà avvenire anche dopo il 28 febbraio, la data in cui scade il concordato, che rischiava di portare il Consorzio al fallimento. L’emendamento va nell’interesse dei lavoratori oltre che della città. Ciò non cambia però quanto già stabilito dall’art 95 del “decreto agosto” del 2020: una volta chiusi i lavori il Consorzio Venezia Nuova, va chiuso per sempre. Non a caso dott. Massimo Miani è il commissario liquidatore.

Ora bisogna accelerare per l’istituzione dell’Autorità della laguna attesa da mesi, che rappresenta un passaggio fondamentale per il superamento del Consorzio e l’avvio di una nuova fase e l’inizio della conclusione della lunghissima  stagione commissariale, iniziata nel 2014. E’ tempo di riportare la normalità nella città di Venezia, una città che, dopo l’umiliazione dello scandalo del Mose, è sotto scacco dei commissari (Mose, Grandi Navi, Bretella aeroportuale).

PROTOCOLLO FANGHI. L’emendamento consente anche di rimettere in moto il Protocollo Fanghi bloccato da anni recependo, in accordo con tutti i ministeri interessati, una modifica relativa al comma 27 dell’art 95 del “decreto agosto 2020, relativa al regolamento che introduce la “ponderazione dei parametri” necessari a valutare i sedimenti. Una modifica tecnica, sollecitata dagli stessi ministeri, che dovrebbe finalmente favorire la sottoscrizione del protocollo, indispensabile per riprendere le manutenzioni dei canali portuali.

La città non può aspettare oltre, la mancanza del protocollo fanghi impedisce la realizzazione di interventi fondamentali per il futuro di Venezia e del suo porto.

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