10/08/15 –

Sono molto soddisfatto per l’elezione al Consiglio Metropolitano e ringrazio i consiglieri che mi hanno accordato fiducia per ricoprire questa importante carica.
È una giornata storica per la città di Venezia. È dal 1990 che Venezia è annoverata tra le Città Metropolitane, eppure solo dopo venticinque anni la Città Metropolitana diventa realtà. Nasce in ritardo e con molti limiti. Anzitutto per quanto riguarda i confini. In quanto la Città Metropolitana è quella che viviamo quotidianamente e va ben al di la dei confini della Provincia di Venezia, e comprende quantomeno anche le province di Padova e Treviso (PaTreVe). Dobbiamo quindi iniziare subito un lavoro per allargarne i confini e dare una risposta concreta al governo di un’area metropolitana che esiste già nei fatti. Come sempre la politica arriva dopo, quando i processi socio-economici si sono già compiuti, ma questa è comunque un’occasione da non perdere.
Dobbiamo metterci subito al lavoro per costruire lo statuto, questo sarà il primo banco di prova. Dovrà essere uno statuto costruito sulla massima partecipazione, coinvolgendo non solo i comuni ma tutte le realtà vive del territorio, categorie economiche, sindacati, corpi intermedi, e soprattutto le molteplici forme in cui si esprime la società civile, a partire dal volontariato e dal mondo delle associazioni. In questo senso lo statuto dovrà contenere al suo interno strumenti inclusivi che consentano a queste realtà di partecipare attivamente alla vita della Città Metropolitana. Nello statuto bisogna lavorare da subito per l’elezione diretta del Sindaco Metropolitano, senza per questo smembrare il Comune di Venezia. Bisognerà quindi chiedere l’intervento del Parlamento per consentire che la Città Metropolitana di Venezia abbia in questo contesto le stesse opportunità di Milano e delle altre grandi città. Inoltre lo Statuto deve essere l’occasione per favorire l’unione tra i Comuni per aree omogenee, in modo da rendere le diverse aree più forti e protagoniste nel governo della Città Metropolitana.
Fatto lo statuto bisognerà puntare sulla realizzazione del Piano Strategico, che rappresenta la missione principale del Consiglio Metropolitano, uno strumento che va aggiornato ogni tre anni e che deve contenere in sé una visione alta di un territorio metropolitano che dovrà confrontarsi con le altre aree metropolitane d’Europa e nello stesso tempo essere molto operativo per raggiungere risultati concreti nei tempi stabiliti.
La sfida politica che abbiamo di fronte fin da oggi è poi quella di aprire un confronto con la Regione e il Governo per arricchire di funzioni e contenuti la Città Metropolitana, che oggi appare ancora come una scatola vuota di competenze e risorse. Coordinamento e pianificazione del territorio, che comprende in sé anche una funzione strategica come quella del governo unitario della mobilità e di settori industriali quali il turismo, dovranno essere i punti di partenza per costruire una Città Metropolitana forte, in grado di competere con le altre Città Metropolitane d’Europa ma soprattutto di soddisfare le esigenze dei cittadini, a partire dalla razionalizzazione della gestione dei servizi.

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