01/01/2016 –

Il miglioramento della qualità dell’aria in città non può che ottenersi con misure condivise su larga scala, potenziando i servizi pubblici e riducendo il traffico privato, intervenendo sugli scarichi industriali e soprattutto intervenendo sulle emissioni prodotte dagli impianti di riscaldamento.
Tra ecoincentivi, rottamazioni, divieti alla circolazione, normative euro 3/4/5/6, abbiamo ora chiaro un concetto: le auto vecchie inquinavano tanto, quelle nuove molto meno.
Bisogna promuovere subito quindi una politica di rigenerazione urbana nella nostra città con interventi mirati: isolamento termico degli edifici, sostituzione delle caldaie, realizzazione di “cappotti”, installazione di pannelli fotovoltaici e solari.
Partiamo dai fatti. Ecco in sintesi i risultati scientifici frutto di una rielaborazione dei dati contenuti in una ricerca da me coordinata qualche tempo fa “Abitare Mestre:la città ecologica”, che dimostrano come si possa ottenere una drastica riduzione delle emissioni di CO2 e di PM10.
La parola chiave è “rottamazione ecologica”, che non significa abbattere gli edifici, ma vuol dire eliminare tutte le parti che tecnologicamente non sono in grado di fornire standard adeguati, compresi quelli relativi alle emissioni energetiche.
Significa operare interventi che dovrebbero riguardare il miglioramento delle caratteristiche qualitative e dell’efficienza energetica di 8.800 alloggi costruiti a Mestre tra il 1946 e il 1971, oggi in mediocri o pessime condizioni di conservazione.
Attuando gli interventi indicati, è possibile stimare una riduzione delle emissioni di CO2 del 66% per gli alloggi, cioè minori emissioni per quasi 30.000 tonnellate di CO2 e 15 tonnellate di PM10 all’anno, abbattendo del 10% le emissioni attuali.
Tutti gli studi e le analisi confermano che, nella media, un’abitazione produce oggi da 4 a 5 tonnellate annue di CO2, e tra 2 e 2,5 kg di PM10. Le 72.000 abitazioni effettivamente abitate a Mestre emettono annualmente circa 300.000-350.000 tonnellate di anidride carbonica e circa 150-175 tonnellate di PM10.
Quotidianamente quindi nell’atmosfera sono emesse tra le 800 e le 950 tonnellate di CO2 e tra i 4 e i 5 quintali di PM10. Come dire che ogni abitante della Terraferma (circa 179.000 persone) produce ogni giorno tra i 4,4 e i 5,3 kg di CO2 e tra i 2,2 e i 2,7 grammi di PM10. 2,5 grammi al giorno di PM10 procapite significa che in un anno una famiglia di 4 persone ne produce 3,5 kg ovvero 3,5 miliardi di microgrammi. Un dato significativo se pensiamo che la soglia di pericolosità del PM10 è fissata a 50 microgrammi per metro cubo
Sempre in base alla ricerca citata, oltre al miglioramento della qualità della vita, vanno anche considerati i benefici che si attiverebbero in termini di posti di lavoro: 8.800 interventi di riqualificazione energetica, per una spesa pro alloggio di circa 16.000 euro, significa un giro d’affari di 140 milioni di euro, e nell’attivazione di circa 1.200 posti di lavoro.
E’ da temi come questi che si parte per costruire una nuova idea di città per rispondere alle esigenze dei cittadini.
Caro sindaco CAMBIAMO ARIA, lavoriamo per trovare gli strumenti adeguati per costruire una città più ecologica e quindi più rispettosa della salute dei veneziani. Vanno progettate da subito e realizzate misure strutturali.

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