27/05/2020 –

Il grande interesse suscitato dagli incontri online del Festival della Politica, che per un mese hanno animato i canali social del Festival e della Fondazione Gianni Pellicani, dimostra quanto sia importante in questa fase fornire strumenti utili a cercare di decifrare il mondo che abbiamo di fronte, capire le trasformazioni in atto, immaginare gli sviluppi futuri e ragionare sulle sfide che ci attendono.

Tradotto in cifre l’interesse per gli incontri del Festival ha significato oltre 220 mila visualizzazioni, persone che hanno seguito i vari confronti, prestato attenzione alle analisi emerse, colto le suggestioni e i ragionamenti sviluppati.

Gli incontri del Festival hanno consentito di approfondire alcune delle grandi questioni politiche dell’attualità. La pandemia che ci troviamo a contrastare ha messo in primo piano i risvolti negativi della globalizzazione, l’assenza di un governo unitario di problemi che interessano in modo trasversale e “democratico” tutto il pianeta, a cominciare ovviamente dai cambiamenti climatici, dai rischi per la salute, vale a dire porre l’attenzione sulle interconnessioni che sussistono tra le recenti epidemie e lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali. È in gioco lo stesso modello di democrazia occidentale?

Quale sarà l’assetto geopolitico del day after? Quali conseguenze produrrà il braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina? Quale il ruolo della Russia?

Ma soprattutto quale Europa uscirà dalla crisi? Uscirà più forte oppure verrà frantumata dal contrasto tra i diversi Paesi membri? Le risposte dell’Unione sono state sufficienti per rispondere alla crisi o il progetto europeista, che se per un verso è apparso confortato dalla reattività dimostrata dagli organi europei nel rispondere economicamente alla crisi, per la sua incapacità di agire in modo coordinato e sinergico è destinato ad essere ostacolato dall’acuirsi dal contrasto tra stati del sud e stati del nord?

Il Festival online è stata l’occasione per riflettere su tante questioni, in particolare sulla situazione italiana, partendo dalla consapevolezza che la pandemia ha messo in luce la fragilità della democrazia italiana. Come uscirà la democrazia italiana dall’emergenza Coronavirus? La democrazia presuppone crescita, benessere, welfare, il miglioramento delle condizioni di vita dei figli rispetto ai padri, ma l’ascensore sociale in Italia è bloccato. Le aspirazioni dei giovani appaiono fortemente compromesse. Gli incontri hanno permesso di ragionare su questo e altri temi. A cominciare dalle misure messe in campo per contrastare la crisi economica, approfondendo anche il rapporto tra politica e scienza, la dialettica tra Stato e Regioni, il tema del ruolo e della centralità del Parlamento, che sta progressivamente venendo meno, mettendo in evidenza tutta la sua fragilità.

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