È un giorno di grande dolore. Di immensa tristezza. Ho avuto il privilegio di avere l’amicizia e la stima di Giorgio Napolitano. E ciò mi riempie di orgoglio. È stato per me un punto di riferimento, una bussola politica, in particolare negli anni trascorsi in Parlamento, incoraggiandomi e sostenendomi, anche nei momenti più difficili. Oggi perciò mi lascia un grande vuoto.

Napolitano ha attraversato da grande protagonista un secolo straordinario fatto di enormi cambiamenti, conquiste, conflitti sociali, scoperte, ma anche di crisi profonde.
In questo lungo viaggio politico e umano è stato una personalità della sinistra, un fine intellettuale, ma anzitutto un uomo delle istituzioni, un riformista e un grande europeista.
L’ho incontrato la prima volta negli anni Settanta, quando il sodalizio umano e politico con mio padre Gianni era già solido.
E’ impossibile pensare a Giorgio Napolitano, senza ricordare l’amicizia e il legame politico che l’ha unito per una vita a mio padre Gianni. Un rapporto, nato negli anni cinquanta, che si è consolidato nel tempo.

Napolitano è stato sempre legato alla città di Venezia, un rapporto che ha rinsaldato durante gli anni del Quirinale, attraverso il legame con la Fondazione Pellicani, venendo ad inaugurarla da Presidente e partecipando a numerose iniziative politico istituzionali, con discorsi per nulla di routine, in particolare quelli pronunciati a Palazzo Ducale (2008) e al Teatro Toniolo (2012) che animarono il dibattito pubblico nazionale sui grandi temi che hanno caratterizzato tutta la sua azione politica: la Costituzione e l’Europa.

È stato presente a Venezia e a Mestre, riconoscendo il ruolo strategico della città.

Grazie Presidente. Ciao Giorgio!

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