11/08/2016  –

Bene il finanziamento (1.300.000 euro) da parte del Dipartimento Pari Opportunità per la lotta alla tratta, che vede capofila il Comune di Venezia nel progetto NAVe (Network Anti-Tratta Veneto), è il riconoscimento agli operatori (del Comune e della Mediazione Linguistico Culturale delle Cooperative) che da quasi vent’anni lavorano con competenza e professionalità su questi temi.
Non si può affermare che “non c’è stato nessun taglio ai servizi sociali” (come ha fatto oggi l’Assessore Simone Venturini) perché i tagli sono evidenti. In particolare – e solo per fermarsi a questo specifico settore – i tagli del 20% a tutti gli appalti di Servizi delle Cooperative (che si traducono in taglio delle ore) incidono fortemente sull’operatività in questo come di altri settori, così come la chiusura di tutti i progetti speciali per gli operatori del Comune. Inoltre vale sempre la pena ricordare che il Comune ha tagliato il 20% anche sulla parte finanziata dallo Stato (operatori del Numero Verde e parte della Mediazione Linguistico-Culturale).
Così come non è un valido indice, come afferma l’Assessore, l’aumento dei numeri di “emersioni” delle vittime per testimoniare la mancanza dei tagli. I numeri sono relativi alla rete Veneta del progetto (Comuni, Forze dell’Ordine, Privato Sociale) e si riferiscono all’intero territorio regionale. Così come è evidente che i tagli, soprattutto alla mediazione linguistico culturale – incidono maggiormente sulle azioni di contatto con le potenziali vittime di tratta (prostituzione, sfruttamento lavorativo e economie illegali forzate) e meno sulle emergenze, che per loro natura, hanno “un canale prioritario”.
Mettere in relazione il finanziamento da parte dello Stato al progetto del Veneto con i tagli al sociale e al personale fatti dal Comune di Venezia è un’operazione demagogica che per nulla corrisponde alla realtà.

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