28/07/2020 –

Era ora che il Parlamento si esprimesse sul destino dell’Idrovia Padova – Venezia. È molto significativo aver approvato una mozione unitaria, condivisa da tutti i gruppi. Il testo base è quello proposto dal PD, per cui la mozione denominata Caon-Pellicani assorbe tutte le altre mozioni presentate dai singoli gruppi parlamentari, in tal modo giunge un segnale forte, condiviso nel territorio. QUI LA MOZIONE

L’Idrovia Padova – Venezia è un’opera incompiuta i cui lavori sono iniziati più di cinquant’anni fa e mai terminati, divenuta uno dei simbolo degli sprechi di risorse pubbliche.

Bisogna passare rapidamente alla progettazione definitiva così da poter verificare la compatibilità ambientale ed economica per trasformarla in un canale scolmatore destinato a far fronte all’emergenza idraulica, ovvero alle alluvioni determinate dalle esondazioni del Bacchiglione e del Brenta, che stanno diventando sempre più frequenti.

L’avanzamento progettuale consentirà di approfondire in particolare l’impatto del canale scolmatore sulla laguna, soprattutto in vista dell’entrata in funzione del sistema MOSE.

Ciò non significa ripartire da zero, ma al contrario accelerare per giungere in tempi stretti a un livello di progettazione adeguato a sciogliere tutti i nodi.

Paghiamo l’inerzia della Regione che è stata a lungo latitante e ci è voluta una maggioranza di centrosinistra per porre la questione all’attenzione della Camera.

Ci sono migliaia di Veneti che attendono che vengano realizzati tutti gli interventi volti a garantire la messa in sicurezza di territori che con troppa frequenza sono soggetti ad alluvioni, con migliaia di famiglie in ginocchio e danni incalcolabili alle attività economiche. Conseguenze anche dell’aumento progressivo del consumo di suolo, che ha reso il territorio veneto sempre più fragile e vulnerabile, come conferma anche l’ultimo rapporto ISPRA, presentato qualche giorno fa, che ha certificato come tra il 2018 e il 2019 nel Veneto sono stati cementificati altri 785 ettari di territorio.

La progettazione definitiva consentirà una verifica puntuale della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’opera, che deve essere utile a tutto il territorio veneto.

L’avanzamento del progetto consentirà anche di affrontare l’ipotesi di concludere il canale navigabile, facendo ricorso a finanziamenti europei, considerando che ci troviamo in un contesto completamente mutato rispetto a quello originario, in particolare in relazione alle rotture di carico in un tratto di soli 28 chilometri, che rende il trasporto su gomma economicamente più competitivo.

Sono tutti temi non più rinviabili, poiché dopo l’emergenza Covid nulla sarà più come prima e la sostenibilità sarà la parola chiave.

Del resto solo con queste premesse sarà possibile inserire un Progetto per Venezia all’interno del Piano che il Governo a breve presenterà alla Commissione Europea per ottenere i finanziamenti del Recovery Fund.

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