Centoquaranta posti di lavoro a rischio a Superjet. Non c’è pace per l’azienda controllata al 90 per cento dalla russa Irkut Corporation con una partecipazione al 10 per cento di Leonardo (ex Finmeccanica). Prima la pandemia, ora le giuste sanzioni applicate alla Russia che si è resa protagonista della tragica guerra in Ucraina, hanno messo definitivamente in ginocchio l’azienda. L’anno scorso  mi ero impegnato a lungo perché Superjet ottenesse il rinnovo delle certificazioni EASA (Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea), indispensabili per la prosecuzione delle attività. Ora sono state sospese con il conseguente blocco di qualsiasi attività aziendale.

Il governo deve intervenire al più presto per difendere l’occupazione e offrire garanzie a 140 famiglie.

Per questo ho presentato un’interrogazione urgente al ministro dello Sviluppo Economico per chiedere cosa intenda fare, alla luce della crisi di liquidità e del venir meno di importanti fornitori, per assicurare la piena continuità aziendale e il mantenimento degli attuali livelli occupazionali della SuperJet International. E, soprattutto, se si intenda favorire un maggior coinvolgimento di Leonardo per salvaguardare il futuro dell’azienda e dei suoi 140 dipendenti.

La mission di Superjet International è sempre stata la commercializzazione del velivolo SSJ 100, fabbricato interamente in Russia, per le compagnie aeronautiche occidentali. I lavoratori e le lavoratrici di questa splendida realtà fatta di eccellenze e professionalità da un paio d’anni sono soggetti alla Cassa integrazione ordinaria senza che si riesca ad intravedere, nel breve e medio periodo, un’inversione di tendenza. Non possiamo consentire che una realtà imprenditoriale veneziana storica che deriva dalle vecchie Officine venga dispersa.

Attualmente, dopo un “dimagrimento” del personale (circa 60 unità) a favore della divisione Velivoli di Tessera, ci sono 140 dipendenti che svolgono attività di manutenzione, customer support, training e commercializzazione del velivolo Superjet 100 progettato e costruito in Russia dalla Irkut Corporation.

L’INTERROGAZIONE

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