Quel protocollo è illegittimo e va impugnato al più presto: l’Arsenale deve tornare alla città.

Il Comune ha deciso di regalare alla Marina Militare un’area rilevantissima del complesso monumentale, dopo che faticosamente dieci anni fa, nel 2012, con Orsoni la stessa amministrazione ma a guida di centrosinistra, con l’approvazione di un decreto, era riuscita a restituire l’Arsenale ai veneziani. Stupisce che tale protocollo illegittimo abbia avuto l’avallo dell’Avvocatura dello Stato.

Ora la giunta Brugnaro, come sempre senza alcun confronto preventivo, bensì a cose fatte, annuncia il dietrofront. Indietro tutta. il Protocollo in discussione in Consiglio comunale prevede la restituzione di uno spazio enorme alla Marina Militare. Per farne cosa? Non si sa. Ma soprattutto non è possibile perché la legge  impedisce il passaggio di spazi di Arsenale del Comune a soggetti terzi. Non è vero che la Marina gode di un usufrutto in quell’area. Tant’è che gli accordi del 2012 erano chiari: la Marina avrebbe dovuto liberare i magazzini con l’impegno di trovare uno spazio alternativo, esterno, dove ricollocare le cose conservate.

Oggi si parla di fantomatiche attività istituzionali tutte da inventare, perché il lato più triste della vicenda è che in questo protocollo a tre: Comune, Marina e Biennale), in cui la Biennale con le risorse del Pnrr investirà di 170 milioni per rigenerare una vasta area da destinare all’arte, Comune e Marina non hanno alcun progetto di rigenerazione. Finiscono per farsi uno scambio, una sorta di risiko, in cui a rimetterci saranno esclusivamente i veneziani. Il Comune rinuncia a un’area rilevantissima che sarà interdetta alla città. Con cosa in cambio? Niente. Ovvero l’utilizzo per 15 giorni della Darsena Grande e il ripristino del passaggio dei mezzi pubblici, dei vaporetti, per rio delle Galeazze. Un capolavoro che equivarrebbe alla riapertura alle auto di Piazza Ferretto. Anzi molto peggio, in quanto significherebbe moto ondoso, erosione. Insomma il Comune ha deciso di compiere un salto indietro di qualche decennio, confermando di non avere alcun progetto, di non volere ascoltare la città e di cestinare le decine di progetti di rigenerazione prodotti nel tempo. Che andranno sicuramente aggiornati ma che puntano alla rivitalizzazione socio-economica della città attraverso l’apertura degli enormi spazi dell’Arsenale. 

La giunta Brugnaro invece considera l’Arsenale esclusivamente una location dove fare il Salone Nautico, sfilate di moda e matrimoni vip. Facendo così il contrario di quello che avviene in tutta Italia in cui si parla di sdemanializzazione. In cui le aree militari inutilizzate vengono progressivamente restituite alle città. Esattamente come avvenne per Forte Marghera in terraferma. Un’area verde meravigliosa ritornata alla città di 42 ettari, una superficie equivalente all’Arsenale che si sviluppa in 48 ettari. All’Arsenale avviene però il processo inverso nonostante non sia consentito dalla legge.

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