20/09/2017 –

Ora è troppo! Non basta il sindaco-padrone, il sindaco-sceriffo, che sta screditando l’immagine di Venezia nel mondo. Ora c’è anche il sindaco-podestà che con un tratto di penna vuole cancellare le regole democratiche che disciplinano i lavori del Consiglio comunale.
Il nuovo regolamento presentato dalla “telecomandata” Ermelinda Damiano, contiene elementi antidemocratici, che non solo puntano a mettere il bavaglio all’opposizione ma a tutto il Consiglio, trasformando un’istituzione democratica in un’azienda di famiglia. Il sindaco deve rassegnarsi all’idea che in Consiglio comunale deve essere consentito a tutti di esprimere la propria opinione e non può trasformare un’assemblea elettiva in una caserma, dove tutti stanno agli ordini.
La proposta di regolamento contiene aspetti che sarebbero addirittura comici, se non fosse che il sindaco intende applicarli realmente. Come è pensabile far scendere il numero legale a 16, quando i consiglieri comunali sono 36, più il sindaco 37?
È certamente un segno di debolezza di questa maggioranza che probabilmente si appresta a presentare delibere scomode sul modello della delibera ad personam per Marta Locatelli. Ma c’è di più, il sindaco nel suo delirio di onnipotenza intende partecipare anche alla Conferenza dei Capigruppo, quando la legge prevede chiaramente la distinzione dei ruoli tra sindaco e Consiglio. Inoltre la “telecomandata” Presidente dell’assemblea pare potrà “con decisione inappellabile, dichiarare inammissibili emendamenti e subemendamenti”, non si capisce con quali criteri. Per non parlare del fatto che si vuole chiudere la bocca ai Consiglieri comunali, riducendo i tempi degli interventi. Ci appelleremo a tutte le sedi competenti, compreso il Tribunale, per impedire l’applicazione di questo regolamento.
Unica nota positiva è l’obbligo dell’esposizione della bandiera dell’Unione Europea durante le sedute. Una spolveratina di europeismo in un regolamento a-democratico.

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