20/06/2018 –

PARCO DI SAN GIULIANO: RECUPERARE IL PROGETTO DI MAMBRO

Non trasformiamo Punta San Giuliano in uno snodo commerciale

Così facendo si porterà il traffico pesante all’interno del Parco e aumenterà il moto ondoso

È positivo che l’amministrazione abbia deciso di investire sul Parco di San Giuliano, ma sarebbe un grave errore rinunciare al completamento e allo spirito del progetto Di Mambro. Il Parco è una delle aree verdi urbane recuperate al degrado e all’inquinamento industriale, divenuta il simbolo del riscatto della città, per la quale finalmente si arriva a una soluzione per la realizzazione del polo nautico e per la sistemazione dell’area destinata agli eventi, che in passato ha consentito di ospitare grandi concerti come quello di Vasco Rossi, Sting e molti altri, ma anche momenti solenni come la messa di Papa Ratzinger. Confermando così come il Parco di San Giuliano non è solo il Parco dei mestrini, ma è il riferimento di un’area molto più vasta.

Non è pensabile però stravolgere il progetto dell’architetto Di Mambro, apprezzato e condiviso dall’intera comunità. Mi riferisco in particolare all’utilizzo di Punta San Giuliano. Non è infatti ipotizzabile trasformare Punta San Giuliano in un centro di interscambio, da una parte portando all’interno del parco il traffico stradale pesante, con decine e decine di camion e dall’altra aumentando il moto ondoso. La scelta di mantenere le ditte di trasporto lungo il Canal Salso è un errore strategico, in contrasto con lo spirito del parco ideato da Di Mambro.

Così facendo si trasferisce a San Giuliano il polo d’interscambio terra-acqua pensato e già realizzato al Tronchetto dall’ex Commissario per il moto ondoso, per cui sono stati spesi oltre 30 milioni di soldi pubblici con il preciso obiettivo di ridurre il traffico acqueo. Ma il Sindaco ha stravolto la funzione del Centro Interscambio, intendendo trasferirci il mercato ittico e la centrale operativa dei vigili urbani. Una funzione completamente diversa per cui ho già presentato un’interpellanza per sapere se sia possibile modificare la destinazione d’uso di un immobile finanziato dallo Stato che ha una precisa finalità.

Va perciò modificato alla radice questo progetto dell’amministrazione in difesa del Parco, che rappresenta uno dei parchi urbani più importanti d’Europa, realizzato dalle amministrazioni di centrosinistra, in gran parte con fondi europei.

Non si capisce poi il senso di realizzare una maxi passerella ciclopedonale dal Parco di San Giuliano ai Pili, fatalità nell’area di proprietà di Brugnaro, oggi un terreno altamente inquinato. Bisogna puntare invece a completare il progetto Di Mambro, recuperando al Parco anche la zona di Passo Campalto. Tanto più adesso che è stato avviato l’intervento che consentirà la fruizione dell’area dei fosfogessi.

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