19/10/2017 –

Link Delibera e Regolamento Beni Comuni

Ho depositato in Comune una proposta di delibera di iniziativa consiliare relativa al Regolamento per i Beni Comuni, uno strumento utile per far rinascere luoghi in stato di abbandono.

Il tema dei Beni Comuni è da tempo al centro dell’attenzione della politica e della pubblica amministrazione. Ma attorno ad esso sta crescendo soprattutto l’interesse dell’opinione pubblica.

L’idea di predisporre un Regolamento per i Beni Comuni nasce dall’esigenza crescente da parte dei cittadini di utilizzare e di gestire spazi pubblici oggi in disuso.

Il tema è molto ampio e riguarda il rapporto tra i cittadini e la cosa pubblica. Quando si parla di Beni Comuni ci si riferisce anzitutto a quei luoghi di socialità rappresentati dalle piazze, dalle strade, dalle aree verdi, di edifici e più in generale da tutto il patrimonio di interesse pubblico. Sono centinaia gli spazi pubblici oggi in stato di degrado e di abbandono nella nostra città che potrebbero tornare a vivere e soprattutto a diventare più sicuri: si va dall’aiuola sotto casa, alle aree verdi da trasformare in orti o in piccoli parchi, fino al riutilizzo dei forti del campo trincerato. Oppure basta pensare ad alcuni edifici simbolo in terraferma come l’ex De Amicis, l’ex Monteverdi o l’ex Edison che è stata al centro del progetto di “rammendo” delle periferie del Gruppo G124 di Renzo Piano.

La disciplina di questa materia rappresenta quindi un’opportunità per avviare politiche di rigenerazione urbana che consentano di rivitalizzare e riqualificare spazi pubblici partendo dal basso, ovvero coinvolgendo e responsabilizzando gli abitanti dei quartieri che in questo modo si prendono cura della città. È così che può iniziare concretamente un’attività di recupero di spazi abbandonati e in degrado a partire dalle periferie, con l’obiettivo di generare più sicurezza.

Riuso dei Beni Comuni e riqualificazione delle periferie rappresentano un binomio inscindibile.

Il Regolamento sui Beni Comuni consente di avviare un rapporto virtuoso tra amministrazione e cittadini, consentendo di rivitalizzare aree strategiche e di riavvicinare le persone alla vita pubblica e alla politica.

Anche il Documento del Sindaco per il Piano degli Interventi evidenzia l’importanza di assegnare una particolare attenzione agli spazi pubblici, intesi come “luoghi di aggregazione che possono contribuire al miglioramento della qualità urbana e del vivere, prevedendo la possibilità di affidare in gestione questi spazi ad associazioni”.

Sono in continua crescita le esperienze attraverso le quali i cittadini attivano progetti per “prendersi cura” delle città in cui vivono. Proliferano associazioni, comitati, gruppi di persone che si riuniscono con l’obiettivo di gestire uno spazio pubblico, sia esso un immobile in abbandono, un’area verde trascurata o una strada cittadina in degrado, oppure altro ancora. In molti casi sono le stesse amministrazioni locali a promuovere attività nel segno della tutela del rispetto e del decoro della cosa pubblica.

Il Regolamento sui Beni Comuni è uno strumento già sperimentato in più di centoventi Comuni in Italia, tra cui alcuni importanti capoluoghi di provincia (Torino, Bologna, Verona, Treviso, Bari, Brescia, Genova, Trento). Nel Veneto è stato adottato in 8 Comuni: San Donà di Piave, Quarto d’Altino, Spinea, Verona, Treviso, Bussolengo (Vr), Fumane (Vr), Pescantina (Vr).

Questa materia attualmente non è disciplinata, è perciò importante che anche il Comune di Venezia adotti il Regolamento per i Beni Comuni, che rappresenta una cornice giuridica fondamentale per agevolare i rapporti con i cittadini per promuovere progetti di rigenerazione urbana.

In questo modo si raccoglie anche il testimone del progetto elaborato dal Gruppo G124 di Renzo Piano che, nell’ambito del lavoro sul “rammendo” delle periferie delle grandi città, avviato qualche anno fa, nel corso del 2016 ha elaborato un importante progetto su Marghera, al quale ho collaborato con la Fondazione Gianni Pellicani. Il progetto è stata l’occasione per promuovere percorsi partecipati con associazioni e gruppi di cittadini, con l’obiettivo di rendere utili i “vuoti urbani” della città assegnando loro un ruolo sociale attivo. Il Regolamento è stato costruito con la collaborazione di Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà – che rappresenta la realtà più impegnata a promuovere l’approfondimento e l’adozione del Regolamento dei Beni Comuni in tutta Italia.

Il Regolamento per i Beni Comuni è ispirato al principio di sussidiarietà, regolato dalla Costituzione all’articolo 118, secondo cui “Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà”. Principio riconosciuto anche all’interno dello Statuto del Comune, all’articolo 2 comma 5 (“Il Comune di Venezia riconosce e valorizza il principio di sussidiarietà sancito nell’art. 118 della Costituzione […]”).

Il cuore del Regolamento è rappresentato dai Patti di Collaborazione, che sono lo strumento con cui il Comune ed i cittadini attivi concordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi di cura, rigenerazione e gestione dei beni comuni in forma condivisa.

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