
13/06/2019 –
Il governo e il Ministro alla Confusione Toninelli gettano la maschera.
In aula è stato bocciato l’ordine del giorno da me presentato – QUI –, nell’ambito dell’esame del Decreto Sblocca Cantieri, che chiedeva la convocazione del Comitatone e che il Commissario, per la conclusione del Mose, si avvalesse dei tecnici e del personale del Consorzio Venezia Nuova, di Thetis e di Comar.
Si tratta di 250 lavoratori che hanno seguito passo passo la realizzazione del Mose, distinguendosi per competenza e professionalità. Ora improvvisamente con questo provvedimento rischiano il posto.
Il decreto infatti stabilisce che il Commissario debba avvalersi di non ben definite “società controllate dallo Stato o dalle Regioni” e non, come sarebbe naturale aspettarsi, di lavoratori che hanno seguito i cantieri per decenni, che potrebbero garantire sia la conclusione dell’opera, che la conseguente manutenzione. Non si capisce bene per quali motivi.
Con questo decreto e con la bocciatura dell’ordine del giorno da me per proposto, il governo si assume la responsabilità di 250 famiglie. In questo momento le organizzazioni sindacali sono in Prefettura a Venezia per affrontare la questione.
Altrettanto grave è la decisione di non convocare il Comitatone. L’ordine del giorno ne sollecitava la convocazione, ripristinando la “piena funzionalità” dei meccanismi previsti dalla Legge Speciale (articolo 4, legge 29 novembre 1984 n. 798).
È incredibile. Il Comitatone è un organismo collegiale, istituito dalla Legge Speciale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, al quale partecipano i ministri interessati e i rappresentanti delle istituzioni locali, ed è il luogo dove da circa cinquant’anni vengono discusse e assunte le decisioni e finanziati i progetti e le attività relativi alla tutela e alla salvaguardia di Venezia.
Respingendo l’invito a convocare il Comitatone il governo si assume un’altra grave responsabilità, perché significa mortificare il ruolo delle istituzioni locali nell’azione di governo dei problemi della città.
I Parlamentari Veneti della maggioranza dovranno rispondere di questo alla città, alle istituzioni locali, a cominciare dal Sindaco e dal Presidente della Regione.
Il Comitatone è un organismo nato dal lungo dibattito parlamentare che ha portato alla Legge Speciale 171/73, che definì “la salvaguardia di Venezia e della laguna un problema di preminente interesse nazionale”. E i legislatori di allora trovarono un equilibrio tra l’intervento del governo nazionale e la necessità di una gestione democratica e rispettosa degli Enti Locali (Comuni affacciati sulla laguna, Città Metropolitana, Regione), con una visione federalista. E oggi il governo del Cambiamento intende cancellare tutto con un tratto di penna. Il governo convochi subito il Comitatone, rispetti il ruolo di Regione e Comune.
Con questa scelta il governo e il Ministro Toninelli oggi dimostrano di non volersi confrontare con le istituzioni del territorio, ne è prova la decisione di ripartire le risorse della Legge Speciale, 25 milioni per l’anno 2018 e 40 milioni per ciascuno degli anni dal 2019 al 2024, ovvero complessivamente 265 milioni, senza passare dal Comitatone, decidendo di governare Venezia per decreto, sulla testa dei veneziani.
Il governo sta affrontando un tema complesso come la gestione dei problemi di Venezia con un’improvvisazione e una superficialità disarmanti. Fermatevi! Dopo il Mose toccherà alle Grandi Navi per cui il governo sta avanzando proposte di soluzioni strampalate e irrealizzabili, che comporteranno la perdita della crocieristica per l’economia veneziana.