09/03/2020 –

Sta diventando esplosiva la situazione nelle carceri italiane. Si stanno moltiplicando le rivolte, a Foggia sono addirittura evasi dei detenuti, devastate la case circondariali di Modena e Frosinone.

Non possiamo dimenticarci dei detenuti che sono oltre 61mila su tutto il territorio nazionale (rispetto ai 50.900 posti disponibili).

È ovvio che l’allarme e la preoccupazione possono portare all’esasperazione. Oggi ho parlato con Immacolata Mannarella, la direttrice del carcere di Santa Maria Maggiore, dove ieri sera i detenuti hanno fatto una protesta con la battitura delle inferriate, chiedendo l’indulto. Una misura di cui si parla da tempo, sulla quale dovremo ragionare. L’ultimo indulto, cosiddetto “indultino”, risale al 1° agosto del 2006. Il tema di un nuovo indulto non può essere ulteriormente rinviato e va affrontato concretamente.

Ho sentito inoltre la Direttrice del carcere femminile della Giudecca, Antonella Reale, e il Garante dei Detenuti Sergio Steffenoni. Ho offerto a tutti la massima collaborazione per affrontare i problemi delle case circondariali, come sto facendo da quando sono stato eletto alla Camera.

All’esterno dei due carceri sono state montate delle tende, operative da domani, per fare il triage a chi entra nella struttura.

La Direttrice Mannarella mi ha fornito un quadro dettagliato della situazione. Oggi a SMM ci sono 268 detenuti su 159 posti, le celle sono sovraffollate ed è impossibile rispettare i protocolli di sicurezza previsti dal decreto del Governo.

Il carcere di Venezia già dalla settimana scorsa aveva sospeso i colloqui con i familiari, e aumentando la possibilità di fare telefonate, c’è la possibilità di fare 6 chiamate la settimana anziché una in regime normale, più una videochiamata su Skype.

Inoltre in queste ore sono in corso incontri informativi tra detenuti e i responsabili della sanità penitenziaria.

La direttrice del carcere femminile ha descritto una situazione di preoccupazione ma molto più tranquilla, compatibilmente con il momento che stiamo attraversando, in quanto il numero di detenute è minore rispetto alla capienza del carcere (88 detenute su 115 posti disponibili, e 5 bambini all’ICAM). Anche qui in questi giorni sono sospesi i colloqui, è aumentato ulteriormente il numero di telefonate e sono in corso incontri informativi con i responsabili sanitari.

Il tema del sovraffollamento delle carceri italiane non è più rinviabile e va affrontato, tanto più adesso in cui il Paese sta vivendo un’emergenza sanitaria.

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