L’indagine conoscitiva che inizia lunedì sarà anzitutto l’occasione per aprire un confronto trasparente sul futuro della città, ma fornirà anche gli strumenti utili per avviare l’esame della riforma della Legge Speciale di cui sono relatore. Nel corso dell’esame si cercherà di redigere un testo base unificato partendo dal Pdl 1428 di cui sono primo firmatario alla quale verranno abbinate le Pdl 2358 e 2907. Si procederà tenendo conto ovviamente delle novità normative introdotte negli ultimi tempi. Da parte mia, mi riservo di aggiornare la proposta di legge, attraverso un emendamento, per renderla più aderente alle esigenze della città, mutate dal momento della presentazione. Sarà fondamentale per cui il ciclo di audizioni, in quanto la pdl va considerata un punto di partenza da affinare e migliorare strada facendo.
La proposta di legge (AC 1428/2018) di cui sono primo firmatario, presenta un impianto “federalista” e “metropolitano” e affronta il tema della salvaguardia di Venezia e del suo patrimonio architettonico, artistico e ambientale, in modo unitario, attraverso quello che prende la forma di un vero e proprio “Dossier Venezia”.

Cinquant’anni di legge speciale. La Legge Speciale da quasi cinquant’anni è strategica per il governo della città. C’è però la necessità di aggiornare la normativa attualizzandola, rendendola più aderente alle trasformazioni avvenute nel tempo. Finora sono state varate quattro leggi speciali. Oggi abbiamo l’occasione per ripensare al futuro della città, partendo in particolare dalla prima legge speciale, la n. 171/73, approvata dopo la drammatica alluvione del 1966, che definisce i tre obiettivi ritenuti prioritari per Venezia, ossia la salvaguardia fisica, ambientale e socio-economica, individuando anche gli ambiti di competenza delle misure previste. Sono state poi approvate altre tre normative: la n. 798/84 che prevede la costruzione del Mose e tra le varie cose, introduce il Comitatone, un organismo composto dai rappresentanti dei vari enti interessati agli interventi di salvaguardia, volto alla semplificazione delle procedure, sebbene l’esperienza abbia dimostrato che presenta molte criticità.
La terza legge speciale, n. 360/91, e la quarta n. 139/1992, prevedono il rifinanziamento degli interventi e pongono l’attenzione sul rafforzamento del coordinamento e l’integrazione tra i vari enti coinvolti, da attuarsi attraverso la sottoscrizione di appositi accordi di programma.

Aqua granda e pandemia. Da tempo c’è la necessità di aggiornare e rifinanziare la Legge Speciale per Venezia ma, dopo l’aqua granda del 12 novembre 2019 e le conseguenze drammatiche della pandemia ed ora della guerra in Ucraina che hanno messo in evidenza la fragilità di un tessuto economico basato esclusivamente sul turismo, tale revisione non è più rinviabile.

Una Legge Speciale nel segno della Sostenibilità. La proposta di legge, di cui sono primo firmatario, ripropone in termini aggiornati i punti fermi della Legge Speciale che pone “la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, un problema di preminente interesse nazionale. (…) La Repubblica ne assicura la vitalità socio-economica”. Puntando in tal modo a valorizzare le attività sociali ed economiche di Venezia, ponendo al centro il tema dell’operatività del Porto e allargando il campo di azione in tutta l’area veneziana, alla pulizia dei canali industriali e alle bonifiche delle aree di Porto Marghera, premessa indispensabile per rendere possibile la riconversione produttiva in chiave green, attesa da molti anni.

Una legge federalista e metropolitana. L’indagine conoscitiva e l’esame della proposta di legge sarà l’occasione per individuare soluzioni volte ad eliminare le criticità normative emerse negli anni e ad aggiornare la legge attuale, mettendo a punto una proposta innovativa introducendo elementi di federalismo fiscale e assegnando un’effettiva autonomia d’azione ai vari enti e soggetti pubblici della città.

Gli obiettivi. Se, come sembra, ripartire meglio di come eravamo rimasti prima dell’esplosione della pandemia, è un obiettivo condiviso, questo è il momento di cogliere le opportunità del Pnrr, la sfida europea del Green Deal e della transizione ecologica, per aprire una nuova stagione.
La pdl affronta il tema della salvaguardia di Venezia e del suo fragile patrimonio architettonico, artistico e ambientale, mettendo in campo una molteplicità di azioni per tenere assieme salvaguardia e sviluppo, un binomio con il quale la città si confronta da secoli, sempre nel rispetto di un sistema urbano e ambientale delicatissimo che rappresenta un patrimonio dell’Umanità.
C’è anzitutto la necessità di chiudere i LAVORI del MOSE ancora drammaticamente FERMI nonostante tutte le azioni intraprese negli ultimi due anni. E c’è l’urgenza di riprendere ad eseguire in continuità gli interventi di manutenzione diffusa per la salvaguardia fisica della città di fatto interrotti da troppo tempo, da quando nel 2003 sono iniziati i lavori del Mose che ha assorbito tutte le risorse a disposizione; affrontare il tema dello sviluppo del Porto alla luce del concorso in atto per la realizzazione del off-shore – sebbene sia una prospettiva dai contorni ancora indefiniti – e della zona industriale di Marghera; agire sulla gestione dei flussi turistici; del moto ondoso; rispondere ai problemi della residenza e del ripopolamento della città storica.
Solo affrontando in modo unitario i problemi sul tappeto, anziché in modo frammentato com’è stato fatto troppo a lungo, sarà possibile ribadire la specialità di Venezia, facendo i conti anche in termini concreti con il tema della SOSTENIBILITÀ.
Vale a dire fare i conti con la fragilità e unicità di Venezia e la sua laguna, che non vuol dire solamente affrontare il tema dell’acqua alta, ma fare i conti con la marea di visitatori che quotidianamente arriva in città, con il dilagare delle locazioni turistiche (in tal senso ho presentato una pdl 2079 del 20/08/2019), che favoriscono lo spopolamento della città.
L’obiettivo è quindi tenere assieme i temi del Dossier Venezia che comprende tutti i problemi della città con i quali facciamo i conti quotidianamente. Significa anzitutto affrontare il tema della salvaguardia e dello sviluppo nel nel segno della Sostenibilità. Mi riferisco ai problemi legati all’ambiente, ricerca e cultura, al Mose, alla residenza, all’industria, all’artigianato, a partire dalle vetrerie di Murano, alla residenza e ovviamente al turismo, al porto.

Centro Internazionale sui Cambiamenti Climatici a Venezia. Previsto nella pdl 1428 (Pellicani) è stato già approvato per legge e finanziato con 500mila euro all’anno (l. bilancio 2020), su mia iniziativa ma non ancora attivato.
Quale città più emblematica di Venezia dove istituire un centro sui cambiamenti climatici? Il Centro non intende, previsto come braccio scientifico dell’Autorità per la Laguna, non intende replicare l’attività di centri già attivi nel mondo, bensì recepire il meglio della ricerca per sperimentare politiche di adattamento ai cambiamenti nel clima con particolare attenzione alle città d’acqua e al problema dell’innalzamento dei mari. Quali politiche di adattamento dopo il Mose, visto che stando all’ultimo rapporto IPCC, nel 2100 il Mose non servirà più a causa dell’innalzamento dei mari? Questo il tema che va sviluppato per continuare a conservare Venezia nei prossimi decenni e secoli.

Decreti e emendamenti approvati nel corso della legislatura. Nel corso della legislatura, dopo l’aqua granda del 12 novembre 2019, sono stati approvati alcuni decreti ed emendamenti a favore di Venezia, alcuni dei quali erano argomenti compresi nella pdl da me presentata: il Centro Internazionale sui Cambiamenti Climatici; l’art bonus esteso ai beni ecclesiastici; la Zls a Porto Marghera; l’Autorità per la laguna. Provvedimenti trasformati in legge ma non ancora attuati.
Inoltre sono stati approvati ulteriori provvedimenti: il bando per la realizzazione del Porto off-shore; il decreto che ha allontanato le Grandi Navi dal Bacino di San Marco.
Ai quali vanno aggiunte le norme per far fronte all’emergenza Mose con la conseguente nomina di uno stuolo di commissari, che si sommano al commissario per la realizzazione degli approdi delle Grandi Navi a Porto Marghera.

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